La carenza di vitamina D è una condizione ampiamente diffusa. È un nutriente fondamentale per la salute umana, e sempre più evidenze confermano che buoni livelli di vitamina D rappresentano una strategia di prevenzione a 360 gradi.
Recenti studi hanno mostrato che negli obesi grandi quantità di vitamina D sono intrappolate nei tessuti, a causa dell’eccessiva massa grassa. Pertanto, questi soggetti potrebbero avere un maggiore fabbisogno di tale vitamina.
Altre ricerche hanno evidenziato che la supplementazione di vitamina D potrebbe avere un effetto positivo nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità. Altri dati suggeriscono che alcuni effetti della carenza della vitamina D nell’eziologia dell’obesità e del diabete di tipo 2 sono dovuti ad alterazioni delle concentrazioni di adipochine, come la leptina e l’adiponectina.
Le adipochine sono considerate significativi moderatori della fame e della sazietà e anche regolatori fondamentali dell’omeostasi dell’energia, dell’infiammazione, della funzione immunologica, della pressione sanguigna, della funzione vascolare, dei livelli di insulina e del metabolismo del glucosio e dei lipidi.
A tale scopo è stato realizzato uno studio caso-controllo con l’obiettivo di scoprire la relazione tra carenza di vitamina D e livello di adipochine, quali indicatori dell’aterogenesi e di fattori relativi alla sindrome metabolica.
Sono stati arruolati 195 pazienti con sindrome metabolica di età compresa tra i 20 e i 50 anni, ai quali sono stati misurati parametri antropometrici e biochimici con metodi standard.
I soggetti caso erano pazienti con sindrome metabolica con carenza di vitamina D accertata, mentre i controllo avevano uno stato di vitamina D ottimale.
I risultati hanno evidenziato che i partecipanti con sindrome metabolica e deficit di vitamina D mostrano maggiori fattori di rischio di malattia cardiovascolare. Inoltre, è stata osservata una associazione inversa tra livelli di vitamina D e biomarker di malattie cardiovascolari e diabete mellito.
Sono anche stati osservati bassi livelli di vitamina D in soggetti con una maggiore circonferenza della vita. Nell’obesità il grasso viscerale è forse uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo del diabete mellito, che causa insulino resistenza e infiammazione, a causa dell’aumento di grasso nei tessuti nel corpo.
Secondo gli Autori dello studio, il livello di vitamina D nel sangue, per non incorrere in carenza, dovrebbe essere tra i 30 e gli 80ng/ml.
Bibliografia